La tiroidite di Hashimoto è una patologia che danneggia non soltanto la tiroide, ma ostacola anche la vita quotidiana poiché causa umore basso, depressione e stanchezza frequente.Per prima cosa un breve accenno su cosa è e su quali sono le cause.
La tiroidite di Hashimoto è una patologia autoimmune che colpisce la tiroide.
Ma cosa vuol dire la parola autoimmune?
Sappiamo che il sistema immunitario si occupa di difenderci dagli organismi patogeni, generando una reazione che li distrugge; quando, però, si parla di autoimmunità si intende l’attività del sistema immunitario contro i propri organi, quindi non più contro agenti esterni, ma contro qualcosa di “self”, ovvero di proprio.
La tiroidite di Hashimoto è una delle patologie autoimmuni più diffuse, corrispondente al 30% delle stesse, che si verifica con la progressiva distruzione della ghiandola tiroidea ad opera di anticorpi anti-Tireoglobulina, anti-Tireoperossidasi e di citochine infiammatorie che rendono cronico il processo, generata da una reazione immunitaria cellulo-mediata e anticorpale. Oltre ciò, visto che l’intento del sistema immunitario è proprio quello di distruggere le cellule tiroidee, il primo degli effetti che avremo è l’ipotiroidismo, dovuto appunto dalla diminuzione delle cellule attive.
Questa diminuzione andrà a causare una serie di sintomi correlati all’attacco da parte del sistema immunitario delle cellule tiroidee:
- temperatura corporea bassa
- aumento di peso per rallentamento del metabolismo
- ritenzione dei liquidi corporei
- stanchezza
- calo del tono dell’umore.
Questi sintomi sono piuttosto subdoli: non compaiono all’improvviso e in maniera netta, ma progressivamente e senza destare sospetti. Alcune volte può inoltre presentarsi il gozzo, ossia un ingrossamento della ghiandola tiroidea tipica dell’ipotiroidismo.
Le cause della tiroidite autoimmune possono essere di tipo genetico ma anche ambientale. Molto spesso la cura è data dall’utilizzo di terapia ormonale sostitutiva.
Dieta e Tiroidite
Innanzitutto bisogna considerare che ci troviamo di fronte ad una patologia che come primo effetto ha l’infiammazione dei tessuti, causati appunto dall’attacco immunitario verso la tiroide. Dovremo quindi andare a privilegiare un tipo di alimentazione a basso indice di infiammazione e fortemente antinfiammatoria. Di seguito alcuni consigli utili da adottare:
- Favorite gli alimenti ricchi di Omega 3: gli omega 3 sono degli acidi grassi essenziali che troviamo in tutti i semi oleosi, in quelli di canapa e nelle noci, olio di lino, olio extravergine di oliva, pesce etc..
- Evitate gli alimenti ricchi di istamina: come in molte patologie autoimmuni a carattere infiammatorio, ridurre la quantità di istamina presente nell’alimentazione può essere un buon punto di partenza per calmare i sintomi infiammatori. Gli alimenti più ricchi di istamina sono funghi, affettati, cacao, pesci conservati (scatolame), solanaceae, formaggi stagionati e moltissimi altri.
- Limitate il consumo di glutine e latticini: la prima proteina “accusata” è quella del glutine, che ritroviamo in differenti cereali, soprattutto nel frumento, che è quello che la maggior parte degli italiani utilizza quotidianamente. Si tratta di un complesso proteico contenuto in cereali come la segale, l’orzo, il frumento, il farro ed il kamut, ma può trovarsi anche in altri alimenti nascosto. Il glutine ha la caratteristica di causare la permeabilità intestinale in soggetti predisposti a patologie autoimmuni. Altri alimenti da limitare sono i latticini, ricchi di caseine, queste proteine hanno la capacità di aumentare la permeabilità intestinale attivando il sistema immunitario.
- Fate attenzione allo iodo, anche se bisogna valutare caso per caso. Nella tiroidite di hashimoto in linea di massima lo iodio va limitato, visto che potrebbe creare un’eccessiva stimolazione della ghiandola riacutizzando l’effetto autoimmune. Chi invece è in cura ormonale sostitutiva della funzione tiroidea non ha problemi collegati al consumo di iodio.
- Favorite gli alimenti ricchi di selenio e zinco,entrambi sono nutrienti essenziali per il funzionamento della tiroide. Una loro carenza infatti può essere lo scatenante della tiroidite latente. Il selenio ha inoltre un potere antiossidante che è in grado di sostenere l’organismo durante lo stato infiammatorio. La migliore fonte di selenio sono le noci brasiliane che ne risultano particolarmente ricche. Per quanto riguarda lo zinco invece è spesso carente in persone con ipotiroidismo: per aumentarne l’introito è possibile consumare più semi di zucca e lievito alimentare. Se necessario si può ricorrere ad integratori.
- Evitate il consumo di soia: sconsigliata in caso di ipotiroidismo, è anche nella tiroidite di Hashimoto. A rallentare la tiroide, infatti, sono i suoi isoflavoni, che inibiscono l’enzima Tireoperossidasi (coinvolto nella sintesi degli ormoni tiroidei), poiché celano le molecole di iodio non permettendone l’utilizzo. Attenzione, però, perché la soia è nascosta un po’ ovunque a causa del suo basso costo. Infatti, spesso gli alimenti proteici, ma anche quelli non proteici di tipo industriale, aggiungono parti di soia al prodotto per aumentarne il volume e diminuirne il costo.
- Andrebbero introdotti ma limitati nella dieta quotidiana alimenti come zuccheri, edulcoranti, il the ed il caffè, alcuni tipi di tisane, le solanacee ed i legumi, ma ciò va valutato in seguito ad un’attenta anamnesi in studio.
Bisogna quindi sottolineare che questi sono consigli utili da seguire ma in generale l’alimentazione in caso di tiroidite di Hashimoto non ha un unico protocollo applicabile a tutti, e deve essere valutato caso per caso da uno specialista.