Endometriosi: quale terapia nutrizionale?

L’endometriosi è una malattia infiammatoria estrogeno dipendente cronica, che si caratterizza per la proliferazione di tessuto endometriale fuori dalla cavità uterina. 

La prevalenza della malattia è tra il 6 e 10% di tutte le donne (25-30% delle donne sterili) in Italia. 

La localizzazione del tessuto endometriale è limitata generalmente alle superfici peritoneali o sierose degli organi pelvici, comunemente le ovaie, legamenti larghi dell’utero e legamenti utero-sacrali; può però interessare meno frequentemente anche l’intestino, la vescica, la vagina ecc… 

Per quanto concerne la clinica, è molto variabile, in quanto ci sono alcune donne completamente asintomatiche; sicuramente il sintomo più caratteristico è la dismenorrea severa e progressiva presente nel 75% delle donne affette, ma anche il dolore pelvico cronico (70% delle donne affette).

Inoltre compaiono ulteriori sintomi che variano molto a seconda della localizzazione degli impianti (es. a livello intestinale meteorismo, diarrea o costipazione).

La diagnosi deve essere confermata con una biopsia tramite differenti tipologie (generalmente laparoscopia pelvica); tutti i vari esami di imaging come la classica ecografia non sono specifici né adeguati per la diagnosi.  

Dal punto di vista medico e farmacologico, il trattamento prevede innanzitutto l’utilizzo dei FANS per il dolore, oppure direttamente la resezione chirurgica conservativa o l’ablazione del tessuto endometriosico. Tuttavia rappresentano dei trattamenti sintomatici, in quanto nella maggior parte delle pazienti l’endometriosi recidiva dopo 6 mesi o 1 anno. 

Pertanto, un programma specifico di educazione alimentare in queste pazienti rappresenta un valido strumento coadiuvante la terapia, assolutamente necessario ai fini di migliorare il loro stato di salute.  

Endometriosi e alimentazione

In letteratura sono riportate diverse evidenze scientifiche, la più importante è quella in riferimento agli omega3acidi grassi essenziali che dobbiamo necessariamente assumere tramite gli alimenti o eventualmente integratori, in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli autonomamente. 

Gli omega3 danno una risposta positiva a livello terapeutico sia per quanto concerne l’infiammazione ma anche nella riduzione del dolore, diminuendo i crampi pelvici e il gonfiore.  

Quindi, il primo aspetto su cui focalizzarsi nella dieta è la qualità dei grassi, è opportuno scegliere alimenti che garantiscono un buon apporto di omega3, tra i quali si ricordano pesci grassi (salmone, alici, sarde), la frutta secca (soprattutto noci), e l’avocado. 

Inoltre bisogna preferire alimenti ricchi di antiossidanti , i quali sono in grado di contrastare lo stress ossidativo e disinfiammare l’organismo, quindi è bene introdurre quotidianamente frutti e le verdure che sono naturalmente ricchi di questi composti, ad esempio i frutti rossi, i mirtilli, il melograno, oppure le carote e i pomodori. 

Inoltre, nella dieta per endometriosi è consigliabile un buon consumo di fibre, che migliora la digestione e il buon funzionamento dell’intestino.

E’ bene dunque introdurre nel quotidiano oltre a frutta e verdura anche i legumi e sostituire tutti i cereali raffinati con l’alternativa integrale, non solo frumento o riso ma anche farro, orzo o cereali alternativi come il grano saraceno, che per altro è privo di glutine e ha quindi un effetto anti-infiammatorio. 

In generale l’alimentazione deve prevedere un frazionamento dei pasti, possibilmente 5 pasti al giorno (colazione, pranzo, cena e gli spuntini) in modo da regolarizzare la glicemia e la conseguente produzione di insulina nel corso della giornata, migliorando ulteriormente lo stato infiammatorio. 

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