Molto spesso, le trasgressioni in una dieta, come il consumo
di junk food sono dettati dalla noia
del consumare sempre gli stessi alimenti e dalla ricerca di nuovi sapori.
L’influenza della cucina Orientale regala appunto sapori nuovi, senza però
appesantire i piatti in termini calorici (un piatto Thailandese non apporterà
mai le calorie di una lasagna), ma soddisfa il palato a tal punto che non si
avrà più bisogno di mangiare ulteriormente.
Il gusto quindi ci guadagna.
Ma la salute?
La cucina del Sol Levante è ipocalorica, calibrata e completa, perché le pietanze associano sempre carboidrati, proteine e vegetali nelle giuste proporzioni.
Ad esempio la soia è ricca di isoflavoni, che hanno effetti positivi sulla salute cardiovascolare e delle ossa. Nei locali giapponesi è buona abitudine aprire il pasto con un piattino di Edamame, i piccoli fagioli di soia: in attesa dell’arrivo delle portate, spezzano la fame con pochissime calorie e in più forniscono aminoacidi, minerali (specialmente ferro), vitamine e fibre.
Il consiglio è di non esagerare con la salsa di soia, spesso utilizzata per insaporire le pietanze (come verdure saltate in padella o de semplice riso basmati, o il tutto mescolato assieme). Anche se la salsa di soia ha molte meno calorie dell’olio extravergine d’oliva (appena 6 per 10 g, contro le 90 dell’evo nostrano), è ricca di sale! Anche se adesso è presente nei supermercati anche la versione a basso contenuto di sale.
Le alghe, anch’esse molto utilizzate (nori, kombu e wakame) forniscono proteine, sali minerali, grassi buoni e vitamine.
Il Gomasio: un’ottima alternativa al classico sale da cucina. Un alimento semplice, composto da semi di Sesamo (per il 96%) e sale (solo per il 4%). Ricchissimo in calcio ed ottimo per insaporire le pietanze
.
Il miso si tratta di uno dei condimenti più diffusi in Giappone e nell’estremo Oriente, spesso usato in abbinamento con le zuppe, ma anche per realizzare salse o per insaporire le verdure.
Alla base della preparazione del miso c’è la soia fermentata, in particolare si utilizzano i fagioli di soia gialla, ammollati in acqua e sale marino prima di essere cotti. L’aggiunta del fungo Aspergillus oryzae trasforma gli amidi in zuccheri semplici.
A livello nutrizionale, questo cibo svolge un’importante funzione nell’alimentazione integrando con proteine facilmente digeribili e ad alto valore biologico diete tradizionalmente povere di prodotti di origine animale. In cucina, quindi, il miso si può usare in alternativa al dado vegetale, diluito in acqua a fine cottura, per insaporire minestre, piatti di verdure cotte e cereali.
La cucina Coreana, invece, propone tantissimi ortaggi (speziati, fermentati, piccanti) e ricette vegetariane.
Mentre la cucina Vietnamita si basa su piatti a base di riso e noodles, preferibilmente zuppe (speziate con germogli di soia, menta, erba cipollina e chissà cos’altro ancora), ma anche carne (era manzo se non ricordo male) lasciata a macerare in una salsa agrodolce prima di essere brasato.
Un’altra delle zuppe tradizionali vietnamiti è chiamata Bun Bo. Servita calda e piccante, con spaghetti di riso di quelli tradizionali, e infine carne di vitello. Questa zuppa ha origine nella zona centrale del Vietnam, ed è nota per il perfetto accostamento di sapori forti e salati a gusti più dolci e delicati. Un agrodolce ben bilanciato in cui prevale il retrogusto di citronella.
Comuni anche in Cambogia e spesso consumati come antipasto
in tanti ristoranti Vietnamiti in Europa e nel mondo, i Goi Cuon sono considerati la versione più salutare e leggera degli
involtini primavera cinesi, e per questo sono noti anche come involtini
vietnamiti. Assolutamente NON fritti, sono fatti di gamberetti croccanti,
vermicelli di riso, verdure ed erbe freschissime, il tutto avvolto in carta di
riso che mantiene questa ricetta leggera e salutare.
Insomma, la cucina Orientale è tutta da scoprire, ed è una valida alternativa
ai sapori ai quali ormai siamo troppo abituati!